L'era glaciale
I dati in nostro possesso testimoniano di un'unica era glaciale.
Secondo gli evoluzionisti quest'era glaciale iniziò circa due milioni di anni fa e finì circa undicimila anni fa, intervallata da periodi "interglaciali" relativamente caldi.
Invece la maggioranza dei creazionisti crede che l'era glaciale cominciò poco dopo il diluvio e durò meno di mille anni. Il diluvio biblico fornisce una buona base per comprendere come si sia sviluppata quell'unica glaciazione. Gli evoluzionisti invece hanno grandi difficoltà a spiegare qualsiasi era glaciale. Secondo la loro comprensione avrebbero dovuto esserci più ere glaciali, ogni 20-30 milioni di anni circa.
L'estensione del ghiaccio
Gli effetti dell'unica era glaciale sussistono ancora nelle enormi calotte di ghiaccio dell'Antartide e in Groenlandia, nei ghiacciai alpini, nella morfologia terrestre glaciale e nei sedimenti.
Quasi tutti i libri di testo sostenevano una volta che l'era glaciale avesse compreso almeno quattro avanzamenti e retrocessioni del ghiaccio, con periodi relativamente caldi detti interglaciali fra una fase e l'altra. Sotto la spinta della ricerca di un modello ciclico di glaciazioni, il numero delle ere glaciali degli ultimi presunti due milioni di anni è salito a oltre venti. Tuttavia, le dense terre argillose, le antiche terrazze fluviali e altri fenomeni, possono essere più facilmente compresi come risultati delle fasi di avanzamento e ritiro di un'unica era glaciale, dopo il diluvio biblico.
L'era Glaciale gli insediamenti umani
Anche nel momento di massima estensione, i ghiacciai non hanno mai scoperto più di 1/3 della superficie terrestre. Mentre c'era glaciazione alle latitudini più alte, c'era probabilmente un periodo di precipitazioni più abbondanti alle latitudini più basse. Una tale piovosità verso l'equatore dovrebbe aver assicurato un abbondante apporto d'acqua anche nelle aree che attualmente sono desertiche.
In effetti scavi archeologici in queste regioni, ora desolate, hanno fornito abbondanti testimonianze di una vegetazione lussureggiante, di insediamenti umani e di complesse economie fondate sull'irrigazione.
Vi sono anche prove che durante tutta l'era glaciale, ci fossero insediamenti umani ai margini delle distese di ghiaccio dell'Europa occidentale: gli uomini di Neanderthal per esempio. Molti antropologi oggi riconoscono che il loro aspetto un po' animalesco era dovuto in parte a malattie (rachitismo e artrite) causate dal clima buio, freddo e umido della regione in quel periodo. Una mancanza di esposizione ai raggi solari, che stimola la sintesi della vitamina D necessarie ad un normale sviluppo delle ossa e una dieta povera avrebbero causato il rachitismo. Non c'è ragione per cui gli uomini di Neanderthal non possano essere vissuti contemporaneamente a civiltà avanzate come quelle dell'Egitto, di Babilonia e altre che si stavano sviluppando senza impedimento nelle latitudini più basse. L'era Glaciale potrebbe essere meglio compresa se le si attribuisce una durata di circa 700 anni, piuttosto che di due milioni di anni.
Il diluvio biblico: l'effetto scatenante dell'era glaciale
Per sviluppare una glaciazione che vede il ghiaccio accumularsi sui continenti, gli oceani devono essere caldi alle medie e alte latitudini e le masse continentali devono essere fredde, specialmente in estate.
Gli oceani caldi causano l'evaporazione di molta acqua che si sposta sopra i continenti. I continenti freddi provocano la ricaduta dell'acqua sotto forma di neve, invece che di pioggia e inoltre, impediscono il disgelo estivo della neve stessa. Di conseguenza il ghiaccio si accumula velocemente.
Le simulazioni che presuppongono una lenta e graduale evoluzione non riescono a spiegare l'era glaciale. Le teorie dei lunghi periodi di tempo implicano un lento raffreddamento della Terra, ma questo non provoca una glaciazione. Se gli oceani si fossero raffreddati gradualmente, insieme ai continenti, l'evaporazione degli oceani sarebbe stata insufficiente a provocare abbastanza neve da generare un'imponente calotta di ghiaccio. Il risultato sarebbe stato un deserto ghiacciato, non un'era glaciale.
Invece il diluvio universale descritto nella Bibbia fornisce un semplice meccanismo per spiegare una glaciazione. Ci aspetteremmo un riscaldamento degli oceani alla fine di un diluvio globale, dovuto all'immissione nell'oceano di acqua calda di falda e al rilascio di energia termica attraverso l'attività vulcanica, come documentato dagli isotopi di ossigeno rinvenuti nei gusci di piccoli animali marini chiamati foraminiferi. Alla fine del diluvio e dopo, grandi quantità di polvere e aerosol liberati dall'attività vulcanica, avrebbero riflesso la radiazione solare, causando basse temperature sui continenti e specialmente estati fredde.
Quanto è durata l'era glaciale?
Il meteorologo Michael Oard ha stimato che sarebbero bastati appena a 700 anni circa per raffreddare gli oceani polari da una temperatura uniforme di 30 °C circa alla fine del diluvio, alle temperature osservabili oggi (4°C media). Tale periodo di 700 anni rappresenterebbe la durata dell'era glaciale.
Il ghiaccio avrebbe cominciato ad accumularsi poco dopo il diluvio. Entro circa 500 anni dal diluvio, la temperatura media degli oceani a livello globale si sarebbe raffreddata fino a Circa 10°C e la conseguente ridotta evaporazione, avrebbe causato una riduzione sostanziale della nuvolosità totale. La combinazione di questo fenomeno col diradamento delle polveri vulcaniche nell'atmosfera avrebbe consentito ad una maggiore radiazione solare di penetrare fino alla superficie terrestre, sciogliendo progressivamente le calotte di ghiaccio. Il culmine della Glaciazione si sarebbe verificato circa 500 anni dopo il diluvio.
Sembrano esserci dei riferimenti a quest'era glaciale nell'antico libro di Giobbe (37:9-10, 38:22-23) il cui autore forse viveva negli anni in cui la glaciazione stava per finire. La maggior parte dei biblisti conservatori concorda che Giobbe visse probabilmente in un periodo compreso fra il tempo della torre di Babele e quello di Abramo. Dio fece delle domande a Giobbe parlandogli da un turbine:
"Dal grembo di chi esce il ghiaccio e la brina del cielo chi la dà alla luce? Le acque si induriscono come pietra e la superficie dell'abisso si congela" (Giobbe 38:29-30).
Le domande presuppongono che Giobbe conoscesse o per esperienza diretta o per sentito dire ciò che Dio intendeva. Questo è probabilmente un riferimento agli effetti climatici dell'era glaciale, non più visibili oggi in medio oriente.
L'enigma di Mammut ibernati
Nel nord Europa, in Siberia e in Alaska sono stati rinvenuti resti di centinaia di migliaia di Mammut lanosi. Molte carcasse ritrovate mostrano segni di un avanzato stato di decomposizione ancor prima del seppellimento dell'ibernazione, benché siano state scoperte anche carcasse ibernate ancora intatte.
Alcune ritrovate con il contenuto dello stomaco in gran parte ancora non digerito. Alcuni hanno sostenuto che, per preservare il contenuto dello stomaco, ci sarebbe stato bisogno di un straordinario "picco di freddo". Tuttavia, contenuti di cibo non digerito nello stomaco sono stati trovati anche nei resti di mastodonti non ibernati, nell'Ohio (Usa).
Gli studi sulla digestione degli elefanti mostrano che il loro stomaco funge da magazzino di stoccaggio per il cibo, e che la fermentazione e la digestione avvengono nell'intestino come succede per i cavalli. Di conseguenza il contenuto dello stomaco degli elefanti rimane in gran parte non digerito e, quasi certamente, nei Mammut avveniva una cosa simile. Il "picco di freddo" non è necessario per spiegare questo dato.
La maggioranza dei resti di mammut mostra che essi si trovavano in vari stadi di decomposizione, alcuni con crisalidi di mosche che si nutrono di carcasse, altri che mostravano segni di saprofagia, a dimostrazione che non ci fu un congelamento istantaneo nella regione. Alcune specie di piante identificate nello stomaco del famoso Mammut di Berezovka ora crescono solo in climi più caldi. Perciò i dati suggeriscono un cambiamento di clima nel nord della Siberia e dell'Alaska. Mammut vivevano là perché il clima era molto più caldo, con maggiori precipitazioni di oggi. Resti di Mammut sono stati trovati a latitudini più meridionali fino al Messico, mostrando che probabilmente si adattavano ad una vasta gamma di climi.
I graffiti di Mammut nelle caverne furono fatti ovviamente da gente che viveva dopo il diluvio. Inoltre, poiché i resti di mammut sono congelati nel fango sopra i sedimenti depositati durante il diluvio, devono essere stati ibernati là ad un certo punto durante l'era glaciale, dopo il diluvio. La sepoltura ed il congelamento non possono essere riconducibili alle spiegazioni dell'uniformitarismo/evoluzione di un lento e graduale inizio dell'era glaciale nel corso di molte migliaia di anni e del suo lento declino per un periodo altrettanto lungo. Tuttavia, mentre i Mammut sono un grande mistero per gli evoluzionisti, il modello biblico di diluvio/era glaciale fornisce un quadro attendibile per spiegare l'enigma.
Micheal Oard propone che i Mammut furono sepolti ibernati verso la fine dell'era glaciale post-diluviana. A causa del riscaldamento dell'oceano artico dopo il diluvio, le calotte di ghiaccio non coprivano il mare con il risultato che il clima vicino al mare era relativamente temperato. È significativo il fatto che resti di Mammut sono più abbondanti vicino all'oceano artico e sulle isole al largo della costa. Indicando che la distribuzione delle calotte glaciali determinò i luoghi dove i Mammut vivevano e morivano. Fu alla fine dell'era glaciale che il mare si ghiacciò e le pianure divennero permafrost. Questo coincise con la scomparsa di Mammut.
Mentre gli oceani si raffreddavano durante i secoli successivi al diluvio, l'umidità dell'aria sopra gli oceani si ridusse ed il clima della costa artica divenne secco. Fece la sua comparsa la siccità. Le calotte glaciali si ritirarono mettendo a nudo la terra e permettendo che enormi tempeste di polvere, sabbia e limo seppellissero i mammut, soffocandone alcuni. Questo spiega perché le carcasse furono trovate in quello che è noto come yedoma o "melma" che comprende il deposito eolico di limo. Alcuni furono sepolti in posizione eretta.
Gli animali che uscirono dall'arca si riprodussero nei secoli successivi al diluvio, ma con l'arrivo dell'era glaciale e l'inizio di un cambiamento permanente del clima, molti animali non riuscirono a resistere e si estinsero. Alcuni, come i Mammut lanosi, morirono nel corso di catastrofi, di cambiamenti climatici e con la perdita del loro habitat a causa di tali drastici cambiamenti. Mentre il ghiaccio si ritirava e l'andamento delle precipitazioni cambiava, molte delle regioni ben irrigate divennero aride e così morirono ancora più animali.
Il grande cataclisma del diluvio, seguito da catastrofi minori legati alla glaciazione, al vulcanismo e al successivo inaridimento, cambiò drasticamente le caratteristiche della Terra e dei suoi abitanti in quello che conosciamo noi oggi.