Gli Elohyim

23.04.2022

"Nel principio Dio creò i cieli e la terra." (Genesi 1:1)

Traducendo letteralmente Genesi 1:1 direttamente dal testo ebraico dovremmo leggere così: 

"In principio creò Elohiym i cieli e la Terra".

Nel testo originale Genesi 1:1 è formata da 7 parole, come ad anticipare i 7 giorni della creazione. Invece notiamo che 6 parole su 7 contengono la lettera Alef, la lettera A dell'alfabeto ebraico.

Nella Ghematria, ovvero nello studio numerologico delle parole scritte in lingua ebraica, la lettera Alef ha il valore numerico di 1. La pronuncia della lettera a sua volta è scritta da tre lettere: 

Alef=1, Lamed=30, Fe=80. 

Il valore numerico del termine Alef è 111, mentre il valore numerico della singola lettera è 1, infatti la lettera assume anche il significato di Dio che è 3 volte 1, unicità in tre, TRE IN UNO!

Un altro particolare sulla lettera Alef è la sua rappresentazione del numero 1000, inteso anche come un periodo di tempo di mille anni. Genesi 1:1 presenta 6 Alef su 7 parole e una ogni singola parola, possiamo dedurre che la creazione avvenne in 6000 anni, mentre il settimo, inteso come ultimo millennio che non viene conteggiato, sia l'inizio del millennio in cui Elohiym si riposò. Questa è una delle ipotesi diverse da quella dei 7 giorni letterali di 24h l'uno.

In Genesi 1:1 incontriamo la prima forma verbale, il verbo "creare". Nel suo senso più letterale il verbo è inteso come "trarre qualcosa dal nulla" o "creare per la prima volta" e non da qualcosa di preesistente.

L'errore che si incontra spesso è l'errata traduzione della preposizione "NEL" piuttosto che "IN". 

Il versetto 1 vuole sintetizzare che il creatore di tutte le cose è Dio, non annuncia un atto creativo o un'azione in fase di svolgimento, ma un'azione già compiuta. E' più corretto tradurre "IN" perché rende l'idea di un INizio dal nulla mentre "NEL" si addice più ad un'azione in fase di svolgimento dove non sussiste il nulla. Possiamo avere un'ulteriore conferma sulla traduzione corretta di Bereshit in greco: "In principio".

Elohyim non è da considerare come uno dei nomi di Dio. Una delle possibili etimologie del termine lo vorrebbe composto dall'unione di due radici antiche: "El" e "Hoa".

"Hoa" sarebbe l'antica radice che indicava l'Essere supremo, Colui che esiste di per sé, che non è generato da nessuno e ha vita in se stesso. 

Il prefisso "El" corrisponde invece alla nostra traduzione "Dio". La parola ebraica Elohyim assumerebbe il senso di "Coloro che hanno vita in se stessi". 

Elohyim sarebbe il plurale di Eloha che trova sempre la sua radice in El.

Come mai il nome di Dio è scritto in forma plurale se è uno soltanto? Fin dalla creazione Dio, in modo autobiografico, rivela la Sua multipla individualità con la parola Elohyim. Dio era in compagnia di uno o più individui?

Giovanni 1:1 conferma questa deità singolare e plurale allo stesso tempo: 

"In principio era la Parola, la Parola era con Dio e la Parola era Dio". 

Dio in principio non era da solo. Chi c'era con Lui? Il Figlio e lo Spirito Santo, questa è una delle chiavi di lettura che rivelano la trinità.

La parola ebraica Elohyim letteralmente andrebbe tradotta "Idii" e non "Dei". Il testo non specifica quanti siano questi Elohyim.

Nella grammatica ebraica esistono tre forme numerali: singolare, duale, plurale.

Il modo singolare rappresenta una cosa qualsiasi che non può essere superiore ad una unità. Il modo duale è un plurale limitato e indica una cosa qualsiasi che rappresenti non più di due unità e neanche meno di due, qualcosa che sta in coppia ad un'altra o costituita da due parti. Esempi di duale: mani, piedi, labbra, narici, occhi, orecchie, ali, gambe, braccia, etc.

Nella grammatica italiana non adottiamo il modo duale ma ci avvaliamo esclusivamente del plurale assoluto, ovvero qualsiasi cosa che sia superiore ad una unità. 

Singolare UNO, duale DUE, plurale PIU' DI DUE. 

Il nome Elohyim è un plurale che non specifica una quantità ma che ci dà la certezza che gli Elohyim sono composti sicuramente da più di due unità ed entità. Non intende letteralmente la trinità ma ne è una valida dimostrazione.

Nel suo accostamento al verbo Barà: "In principio creò Elohyim..." il nome plurale viene accostato ad un verbo al singolare. Letteralmente potremmo tradurre "In principio creò Idii..."

Questi Elohyim compiono un'azione singolare nonostante siano più entità, come se agissero tutti contemporaneamente o meglio ancora formino un unico essere. Così come il corpo umano è formato da più membra ognuna con uno scopo ben preciso, anche gli Elohyim sono più entità riunite in un'unica realtà, ognuna esistente per uno scopo. Essendo un'unica realtà possono compiere un'azione al singolare, senza intercorrere in contraddizioni come rivelerebbe il verbo Barà.

Facendo qualche passo avanti nel capitolo 1 al versetto 26 notiamo che Elohyim parla al plurale. Il testo ci da diversi segni, come se l'autore biblico e Dio stesso attraverso lui, volesse farci capire qualcosa ripetendocelo più volte: 

"Facciamo l'uomo a NOSTRA immagine, conforme alla NOSTRA somiglianza..." 

Mosè enfatizza al verso successivo: 

"Dio CREO' l'uomo a Sua immagine, lo CREO' a immagine di Dio, li CREO' maschio e femmina." 

Il verbo "Barà" viene ripetuto 3 volte. Questi termini enfatizzano ulteriormente il fatto che a creare l'uomo sia stata in primo luogo una prima figura degli Elohyim che ha concepito mentalmente il desiderio di voler creare l'uomo, in secondo luogo una seconda figura che è il mezzo utilizzato per crearlo (la Parola) ed in terzo luogo una terza figura che adempie il pensiero della prima figura attraverso il mezzo che è la seconda figura. Abbiamo tre figure racchiuse in un unico essere che CREANO al singolare.

Elohyim crea al singolare ma fa l'uomo al plurale, ad indicare la somiglianza della sua natura trina (spirito, anima e corpo). 

In Genesi 3:22 leggiamo: 

"Ecco l'uomo è diventato come UNO DI NOI, quanto alla conoscenza del bene e del male. GUARDIAMO che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto..." 

Il concetto di trinità emerge da solo senza che sia una dottrina o una religione ad imporlo, ma le Scritture stesse a confermarlo. La creazione è voluta dal Padre (sorgente di pensiero), creata per mezzo della Parola (Gesù Cristo) mediante l'opera dello Spirito Santo (Colui che adempie il volere del Padre).

Anche se il termine "Trinità" nella Bibbia non esiste, la sua presenza è constatabile sin dalle sue prime pagine. Il termine viene usato per la prima volta da Tertulliano nel 220 d.C.

Questa figura rappresenta al meglio il concetto cristiano della Trinità. 

[Daniele Salamone - "Dio è la scienza"]

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